Rebel. Il deserto in fiamme by Alwyn Hamilton

Rebel. Il deserto in fiamme by Alwyn Hamilton

autore:Alwyn Hamilton [Hamilton, Alwyn]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Rebel of the sands - vol. 1, Fantasy
ISBN: 9788809819122
editore: Giunti
pubblicato: 2015-10-20T16:00:00+00:00


14

La notte nel deserto era diversa senza le luci del falò. Niente risate, musica o racconti a coprire i rumori che provenivano dall’oscurità. Di notte c’erano creature che emettevano suoni sotto la sabbia. Che urlavano dalle montagne. E ora potevamo sentire tutto.

La carovana avanzava compatta; si udivano il tintinnio dei finimenti delle bestie e il mormorio delle preghiere. Il volto di Yasmin appariva pallido alla luce della lampada che penzolava dal dorso del cammello accanto a lei. Uno dei cuginetti si era addormentato con la testa appoggiata alla sua spalla.

«Tre ore all’alba» osservò Jin guardando il cielo. Annuii anche se la notte sembrava non finire mai.

«Jin,» dissi poi a voce bassa, lanciando un’occhiata a Parviz che stava tirando uno dei cammelli a pochi passi da noi «tu lo sai cos’è successo a Dassama?»

Lui non rispose.

In quel momento avvertii un rumore, mi fermai di colpo e Jin mi venne addosso, per poi sostenermi con un braccio.

«C’è qualcosa.» Tirai fuori la pistola liberandomi della sua presa. «Qualcosa che ci segue nell’ombra.» Aspettai che mi dicesse che mi ero immaginata tutto, invece lo vidi estrarre a sua volta la pistola.

«Dove?»

Quella sì che era una domanda difficile. Lentamente mi voltai sul posto, in testa alla carovana, scrutando tutto intorno alla debole luce della luna e delle poche lampade a olio che pendevano dai cammelli, gettando piccole pozze di luce a terra.

Lo vidi un attimo prima che si lanciasse contro di noi. Il Gul spuntò fuori da una sfera di pelle viscosa, arti gracili e sottili ali nere che si spalancarono nel balzo.

Feci fuoco. Alcuni gridarono e d’istinto si accovacciarono a terra.

Il mio proiettile lo colpì dritto al petto. Viscere nere si sparsero sulla sabbia. La creatura emise un grido e questa volta, dal profondo delle tenebre, risposero un centinaio di grida identiche.

Mi voltai di scatto.

«Sono Incubi.» Ne ero certa, anche se non ne vedevo uno da quando ero piccola. Creature che potevano succhiarti via l’anima.

Ora che i miei occhi si erano abituati al buio, riuscivo a vederli scorrazzare sulla sabbia, le ali nerborute agitarsi nell’oscurità. Si nutrivano di paura, invece che di carne e sangue. Con il primo morso, il veleno faceva scivolare la preda in un sonno tormentato; con il secondo risucchiava la paura che iniziava a fluire dalla prima ferita. Si diceva che succhiassero l’anima stessa. Molti non si risvegliavano più dal morso di un Incubo.

«L’incendio a Dassama» disse Jin. «Deve averli attirati giù dalle montagne.»

«Certo però che ne abbiamo di sfortuna.» Controllai quanti proiettili avevo in tasca.

«Restate tutti nella luce» gridò Jin alla carovana. I Gul non sapevano cacciare di giorno. La luce artificiale non era la stessa cosa, ma non avevamo di meglio. «I piani non cambiano. Continuiamo a camminare e…»

«Skinwalker!» Era la voce di Oman l’Alto. Sollevai immediatamente la pistola nella direzione che lui indicava, pronta ad affrontare il nuovo aggressore.

Peccato che stesse indicando me.

Il mio sheema era scivolato giù quando avevo sparato e ora i miei capelli ricadevano liberi sulle spalle, il volto bene in vista.

Oman l’Alto, furioso, mi arrivò davanti a grandi passi.



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